Saturday, April 16, 2011

DOCUSOUND LAB: impara a raccontare le tue storie con i suoni!


Quando abbiamo cominciato il DOCUSOUND LAB mi sentivo come un pioniere del west: sapevamo che “laggiù” c’era il paese dell’oro, abbiamo caricato la carovana e siamo partiti, ma non avevamo esattamente un piano, la strategia era del tipo “fai-un-passo-alla-volta-e-non-far-capire-che-hai-paura”.
La nostra versione della conquista del far west era mettere insieme un gruppo di vedenti e di non vedenti e capire insieme come si racconta una storia senza usare le immagini; come si fa una fotografia, ma con un registratore al posto della macchina foto; come si usano i suoni, i rumori, i silenzi e le parole per raccontare lo spazio ed il tempo.
Era un’idea naïve, ma molto molto seducente. Se l’idea non sembrasse naïve abbastanza, vi presento i partecipanti al primo DOCUSOUND LAB di Torino: un regista, un non vedente mago del computer a cui il ragazzino di War Games gli fa il solletico, una sfegatata tifosa del Genoa non vedente, un cacciatore di suoni (si, proprio così: uno che va in giro per la città a scattare istantanee sonore), un produttore di documentari, una ballerina di danza del ventre, un’autrice di documentari sociali, un portiere di notte, una centralinista non vedente, un ragazzo ipovedente che nel tempo libero gareggia in barca a vela e uno scrittore di libri per ragazzi. In 11 avremmo anche potuto formare una squadra di calcio se non fossimo stati tanto impegnati a parlare di audio e di storie.
Per cinque martedì nel mese di maggio 2010 ci siamo incontrati e abbiamo chiuso gli occhi per due ore; abbiamo sviscerato il mondo del suono, dei rumori, dei ricordi sonori, abbiamo scoperto che ci sono amicizie che si nutrono di audiolettere, che si possono distinguere i tram dal rumore che fanno mentre rallentano alla fermata e che puoi capire a che punto del percorso sei se ascolti l’accento dei passeggeri; che ogni stadio ed ogni partita di calcio hanno un suono speciale, così come ce l’hanno i ricordi; ognuno ha raccontato la sua giornata per suoni ed eccetto che per il caffé e l’accensione del computer, nessuno ha usato gli stessi suoni di un altro! Da questa prima edizione del DOCUSOUND LAB sono nati “C’è un mago in cucina” e “La via delle spezie”, due audioritratti di cuochi che trovate in questa prima uscita del nostro radio-magazine.
A ruota, dopo Torino abbiamo tenuto un altro DOCUSOUND LAB a Vercelli a giugno, dove abbiamo aperto la porta all’introspezione: i partecipanti si sono raccontati con i suoni: un audio-autoritratto per raccontare chi siamo, come ci vediamo, come ci riconosciamo senza guardarci. Da questo LAB è germogliato il progetto di una mostra al buio di questi audioritratti.

Da parte nostra possiamo dire che abbiamo trovato la nuova chiave che stavamo cercando, una freschezza (vorrei dire di sguardo!) che ci trasporta in un territorio vergine, che non vogliamo conquistare ma solo conoscere e far conoscere. I non vedenti ci hanno insegnato a “fidarci” dei suoni, a non fermarci alla superficie di quello che si vede perchè a volte si osserva meglio se si aprono le orecchie.

La carovana del DOCUSOUND LAB si è fermata per far riposare i cavalli, presto ripartiremo e ci piacerebbe che sempre più persone volessero viaggiare con noi, nei LAB e su docusound.it.

Per maggiori informazioni su come iscriversi ad un DOCUSOUND LAB o portarne uno nella vostra città scrivete a lab@docusound.it.

Clicca qui per saperne di più su DOCUSOUND

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